Nei riguardi dei condannati a morte, la tradizione prescrive un austero cerimoniale, atto a mettere in evidenza come ogni passione e ogni collera siano ormai spente, come l'atto di giustizia non rappresenti che un triste dovere verso la società, tale da potersi accompagnare a pietà verso la vittima da parte dello stesso giustiziere. Si evita perciò al condannato ogni cura estranea, gli si concede la solitudine e, ove desideri, ogni conforto spirituale, si procura insomma che egli non senta intorno a sé l'odio o l'arbitrio, ma la necessità e la giustizia, e, insieme con la punizione, il perdono. Ma a noi questo non fu concesso, perché eravamo troppi, e il tempo era poco e poi, finalmente, di che cosa avremmo dovuto pentirci, e di che cosa venire perdonati? Il commissario italiano dispose dunque che tutti i servizi continuassero a funzionare fino all'annunzio definitivo; la cucina rimase perciò in efficienza, le corvées di pulizia lavorarono come di consueto, e perfino i maestri e i professori della piccola scuola tennero la lezione a sera, come ogni giorno. Ma ai bambini quella sera non venne assegnato compito. E venne la notte, e fu una notte tale, che si conobbe che occhi umani non avrebbero dovuto assistervi e sopravvivere. Tutti sentirono questo: nessuno dei guardiani, né italiani né tedeschi, ebbe animo di venire a vedere cosa fanno gli uomini quando sanno di dover morire. Ognuno si congedò dalla vita nel modo che più gli si addiceva. Alcuni pregarono, altri bevvero oltre misura, altri si inebriarono di nefanda ultima passione. Ma le madri vegliarono a preparare con dolce cura il cibo per il viaggio, e lavarono i bambini, e fecero i bagagli, e all'alba i fili spinati erano pieni di biancheria stesa al vento ad asciugare; e non dimenticarono le fascie, i giocattoli, e i cuscini, e le cento piccole cose che esse ben sanno, e di cui i bambini hanno in ogni caso bisogno. Non fareste anche voi altrettanto? Se dovessero uccidervi domani col vostro bambino, voi non gli dareste oggi da mangiare?
E EU ME LEMBREI DE UM RELATO DE PESSOA À BEIRA DA MORTE. SABIA QUE EM QUESTÃO DE MINUTOS, TERIA UMA PARADA CARDÍACA. OCORREU-LHE, DE PRONTO: 'PRECISO TOMAR BANHO, E LAVAR O CABELO'. E O FEZ, JÁ SEM SENTIR DIREITO O CORPO.
P.S: A SOLIDÃO COMO DESEJO ÚLTIMO. COMO ALENTO. COMO O SOPRO DEPOIS DA MORDIDA GRANDE (PUNITIVA, MAS NUNCA PREVENTIVA OU REPARADORA). E ISSO TUDO CABE *NESTE* CORAÇÃO DE MÃE. E ENCHE-O.
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CI SIAMO QUATTRO. E LEGGIAMO ASSOLUTAMENTE TUTTO. DOPO TRE O QUATTRO MESI. E CINQUE O SEI BICCHIERI. DI VELENO.